Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 25 febbraio – Mc 9,2-10

II domenica di Quaresima – anno B

Trasfigurazione…

Come sei buono, mio Dio, a fortificare le anime con delle dolcezze, dei favori, nella misura in cui esse ne hanno bisogno per sopportare le croci future… S. Pietro, il fondamento della Chiesa, S. Giacomo, il primo apostolo martire, S. Giovanni, l’ultimo superstite dei dodici, colui che dovrà combattere più a lungo, salgono con Te al Tabor, dove doni loro sia questa prova perentoria della Tua divinità sia questo godimento indicibile della contemplazione della Tua bellezza radiosa… Fortifichi la loro fede e il loro cuore in previsione delle lotte future… Come potrà venir meno la loro fede, dopo averTi visto nel fulgore della Tua Maestà divina? Come il loro cuore potrà ormai amare qualcosa di diverso da Te, dopo averTi visto nella Tua bellezza celeste?… Come sei buono, mio Dio, a dare sempre alle nostre povere anime, così deboli, forza, luce, amore nella misura che serve loro per compiere i lavori che Tu destini loro. Più ci è dato, più ci sarà chiesto; chi ha ricevuto cinque talenti dovrà renderne altri cinque… Chi ha visto Gesù trasfigurato, dovrà amarLo, obbedirGli, imitarLo perfettamente ogni giorno della sua vita e dare se Dio lo vuole tutto il suo sangue per Lui come fecero i tre apostoli… Se riceviamo grazie, ringraziamo, ma allo stesso tempo tremiamo, tremiamo all’idea di essere infedeli vedendo i nostri debiti aumentare e il nostro avere così misero, tremiamo all’idea di non pagare ciò che dobbiamo; ringraziamo, ma anche chiediamo, chiediamo di essere fedeli, che ogni grazia, ogni favore faccia salire queste due preghiere dai nostri cuori: Rendimi riconoscente, rendimi fedele… Soprattutto che le grazie non ci rendano orgogliosi!… Sarebbe la follia delle follie! Innanzitutto, esse non vengono per niente da noi e sono un puro dono; poiché rendono la nostra fedeltà più difficile, i nostri doveri più grandi, il nostro compito più pesante, il nostro ideale più alto dinanzi a questi doveri che crescono…: lontano dall’inorgoglirci, dobbiamo sentire più profondamente la nostra debolezza, la nostra impotenza, la nostra incapacità, il nostro niente… Dobbiamo vedere meglio, davanti a questo ideale più bello, quanto siamo lontani da esso; più il nostro modello è alto, più dobbiamo sentire la nostra bassezza; più Dio ci chiede, più dobbiamo sentire quanto poco Gli diamo… Lontano dall’inorgoglirci, le grazie, i favori, i privilegi, più sono grandi, singolari, preziosi più devono umiliarci, e umiliandoci, gettarci nelle braccia di Dio con la preghiera, sentendo più che mai quanto è impossibile da noi stessi rispondere a tali obbligazioni e quanto abbiamo rifugio solo in Dio: Porti a termine Lui stesso in noi la Sua opera, Lui che l’ha iniziata!… Così come ogni grazia ci mette davanti agli occhi in caratteri di fuoco queste parole: «Sarà chiesto di più a colui che ha ricevuto di più».

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo.