Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 28 luglio – Gv 6,1-15

Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario B

«Gesù, vedendo che volevano farlo re, si nascose solo nella montagna».

Grazie, mio Dio, di darci questa duplice lezione: lezione di fuga dagli onori degli uomini persino i più meritati, lezione di solitudine! Sempre, mio Dio, persegui il tuo stesso scopo: farci amare Dio con tutto il nostro cuore. Disponi qui i nostri cuori a questo amore svuotandoli dell’amore degli onori, della gloria, di tutto ciò che è grande agli occhi degli uomini, e svuotandoli dell’amore della società, della famiglia, degli amici, delle relazioni con gli uomini… Come sei buono, mio Dio, a perseguire con questa costanza uno scopo che è per noi ogni felicità…Rifiutiamo ogni onore, anche giusto, anche meritato, persino vantaggioso in apparenza per le anime, a meno che l’obbedienza non ci obblighi ad accettarlo (siamo sicuri che, quando l’obbedienza al nostro direttore o [in sua mancanza] alla volontà di Dio chiaramente espressa e coscienziosamente riconosciuta non ci obbliga ad accettarlo, le anime, lontane dal perdere in realtà, guadagnano tutto dal fatto che noi imitiamo Gesù «nostra via», Gesù tutta perfezione, benché in apparenza possa sembrare che vi perdano… L’esempio di imitazione di Gesù, l’esempio di umiltà che diamo loro vale meglio del bene problematico che avremmo fatto altrimenti… Se Dio avesse giudicato il contrario, ci avrebbe fatto comandare con l’obbedienza o manifestato chiaramente la sua volontà). – Cerchiamo sempre la solitudine, quando la volontà di Dio non ci spinge tra gli uomini… Nostro Signore è vissuto a Nazareth nella solitudine dei cenobiti, nel deserto nella solitudine degli eremiti, nella sua vita pubblica, gettato dalla volontà di Dio nel mondo, si riserva numerosi momenti di ritiro e di solitudine… Sul suo esempio, abbracciamo, secondo la vocazione che Dio ci dona, sia la solitudine dei cenobiti, sia quella degli eremiti, sia, se Dio ci dona la missione di esercitare la vita apostolica, questo triplice ritiro, questa triplice solitudine che consiste nella solitudine continua dell’anima che adora Dio nel santuario interiore di se stessa, nella solitudine quotidiana dell’anima che si raccoglie in modo particolare a certe ore, specialmente dedicate alla preghiera, nella solitudine fortuita dell’anima che passa giorni interi, periodi interi nel «ritiro» e nella preghiera [1].


[1] M/444, su Gv 6,14-15, in C. de Foucauld, L’imitation du Bien-Aimé, Méditations sur les Saints Évangiles (2), Nouvelle Cité, Montrouge 1997, 161-162; tr. it., “Stabilirci nell’amore di Dio…”. Meditazioni sul vangelo di Giovanni, ed. A. Fraccaro, Glossa, Milano 2009, 45-47.