Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 25 agosto – Gv 6,60-69

Ventunesima domenica del Tempo Ordinario B

«Nessuno può venire a me, se non gli è stato dato dal Padre mio».

Come sei buono, mio Dio, non soltanto a chiamare tutti a te, morendo per tutti gli uomini, dando a tutti gli uomini come dovere di amarti con tutto il loro cuore, con tutto il loro spirito, con tutta la loro anima, con tutte le loro forze, e donando a tutti loro la grazia sufficiente sia per salvarsi sia per amarti perfettamente secondo il loro dovere, ma addirittura a chiamare certe anime a te in un modo più speciale aggiungendo a questa grazia sufficiente altre grazie, grazie particolari, grazie efficaci sia per la loro salvezza, sia per il perfetto amore!… Come sei buono, o mio Dio, e come colmi gli uomini al di là di ogni misura!

Tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza, che consiste nel compimento dei comandamenti, e ricevono per questo la grazia sufficiente… Tutti gli uomini sono chiamati ad amare Dio con tutto il loro cuore, con tutta la loro anima, con tutto il loro spirito, con tutte le loro forze, ciò che consiste, nel Nuovo Testamento, nel compimento dei consigli (cioè della vita religiosa, castità, povertà, obbedienza), e ricevono per questo la grazia sufficiente… Una parte soltanto degli uomini riceve, oltre a questa grazia sufficiente, degli aiuti particolari, delle grazie efficaci sia per la salvezza, sia per la pratica della vita religiosa… In modo che, benché tutti siano chiamati sia alla salvezza sia alla vita religiosa, nella misura in cui tutti ricevono la grazia sufficiente per l’una e per l’altra, è vero anche che, come lo dice qui Nostro Signore, tutti non sono chiamati, nella misura in cui tutti non ricevono la grazia efficace, tutti non la ricevono né per la salvezza, né per la pratica della vita religiosa… Non siamo infedeli alla grazia; noi tutti possiamo con la nostra fedeltà rendere efficaci le grazie sufficienti che abbiamo ricevuto e non soltanto fare la nostra salvezza, ma farla nel compimento dei doveri del perfetto amore, cioè nella vita religiosa… Come siamo felici! Non soltanto la salvezza, ma la santità è tra le nostre mani!… Dipende da noi amare il nostro Dio, il nostro Beneamato perfettamente: quale felicità divina! Grazie! Grazie! Mio Dio! [1]


[1] M/452, su Gv 6, 59-72, in C. de Foucauld, L’imitation du Bien-Aimé, Méditations sur les Saints Évangiles (2), Nouvelle Cité, Montrouge 1997, 169-170; tr. it., “Stabilirci nell’amore di Dio…”. Meditazioni sul vangelo di Giovanni, ed. A. Fraccaro, Glossa, Milano 2009, 69-71.