Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 6 ottobre – Mc 10,2-16

Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario B

Mio Dio, come sei buono, come sei tenero con i bambini: «Li abbracci, imponi loro le mani! Li benedici». Oh com’è dolce, com’è tenero!… Mio Dio! come sei buono, tenero!… Cuore di Gesù, come sei «umile e mite»[1], come Ti chini misericordiosamente, con una tenerezza materna, verso i più piccoli tra noi!
Siamo buoni, teneri, pieni di dolcezza con tutti, come Gesù; amiamo, abbracciamo come Lui i bambini, abbiamo per tutti un cuore di madre… Amiamoli, sia perché sono membra di Gesù, parte di Gesù, sia perché Gesù li ha amati, amati non solamente fino ad abbracciarli, ma fino ad abbracciare per loro la croce e morirvi; perché sono puri, innocenti, in stato di grazia, in amicizia con Dio, come gli angeli,… perché sono deboli, ignoranti, hanno un sacco di bisogni e fanno parte di quelle membra di Gesù alle quali dobbiamo delle cure, delle attenzioni tutte particolari a causa dei loro bisogni… infine, per imitare Gesù!…
Amiamo d’altra parte tutti gli uomini e soprattutto quelli che hanno maggiori bisogni, questi poveri, questi nudi, questi infermi, che Nostro Signore ci ha tanto raccomandato, ricordandoci così fortemente che sono Sue membra, che sono qualcosa di Lui, che sono una parte di Lui stesso (Mt 25)!… I religiosi, gli apostoli, i preti, le anime consacrate a Dio sono il sale della terra; cioè sono esse che impediscono al mondo di marcire con la loro santità, le loro preghiere, la loro vita di vittime, la loro reazione contro lo spirito del mondo (come il sale impedisce alla carne di andare in decomposizione); i religiosi non cessino dunque di avere queste qualità, di essere santi, di essere anime di preghiera, di essere penitenti, di reagire senza sosta contro lo spirito del mondo; non appena non le avranno più, saranno solo un sale insipido, degno del disprezzo di Dio e degli uomini… «Non separiamo ciò che Dio ha unito», sia nel matrimonio, sia nelle altre unioni che Dio ha fatto; non contrariamo la sua opera; non disfiamo ciò che ha fatto; quando ha fatto una cosa, non cambiamola da noi stessi, non cambiamo niente, finché Lui non ci dice di fare modifiche… Rispettiamo l’azione di Dio, e non immischiamoci con la nostra azione.[2]


[1] Mt 11,29.

[2] M/220, su Mc 9,48-10,16, in C. de Foucauld, Fammi cominciare una nuova vita. Meditazioni sui Vangeli secondo Matteo e Marco, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 220-222. 2024, 202-203.