Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 2 febbraio – Lc 2,22-40

Festa della presentazione del Signore – IV domenica del Tempo Ordinario C

Presentazione di Nostro Signore… Nostro Signore ritrovato tra i dottori…

Come sei buono, mio Dio, ad averci dato gli esempi dei quali sono pieni questi due misteri. Hai compiuto questo duplice mistero, l’hai inserito nel Santo Vangelo, ce l’hai consegnato da meditare nel santo Rosario affinché ne traiamo frutti che devono essere il nostro cibo di ogni giorno… Come sei buono, mio Dio, ad aver preparato il pane quotidiano del quale volevi nutrire tutti i tuoi fedeli sin dalla tua Incarnazione, dal seno di tua Madre, dalla tua Nascita, dalla tua infanzia. Come sei buono!

Come in tutti i tuoi atti, gli insegnamenti sono innumerevoli in questi due misteri… Alcuni si presentano più vivamente agli occhi. Nella Presentazione Ti offri interamente a Tuo Padre, senza riserve, corpo e anima, ripetendo le parole del salmo che dicevi dalla tua Incarnazione, dalla tua nascita: «Ecce venio… ut faciam voluntatem tuam»[1]… Queste parole, che furono quelle di tutta la tua vita, siano quelle di tutta la nostra e siano in particolare quelle della nostra vita negli istanti in cui, come nella tua Presentazione, siamo chiamati a offrirci a Te in modo più speciale… Fai offrire dai tuoi genitori a Tuo Padre il dono dei poveri, tuttavia un agnello non sarebbe più di quanto meriti Dio, ma preferisci offrire solo due colombe, volendo mostrare così due cose: sia il tuo attaccamento alla povertà, sia che la povertà, persino nel culto è perfettamente gradita a Dio, è una virtù, una virtù divina, della quale ci hai tenuto a dare l’esempio, e di conseguenza, quelli che fanno professione di imitarTi in tutto, di condividere la tua povertà, non soltanto possono senza scrupolo, ma addirittura devono, se vogliono essere Tuoi completi imitatori, renderti un culto molto povero, come tu stesso ci hai tenuto a rendere il culto più povero a tuo Padre… (Se quelli che fanno professione di imitarTi in tutto, e di condividere la Tua Povertà, devono imitarti nella povertà del culto esteriore, che tu rendi a Tuo Padre; ciò non toglie che quelli che non fanno professione di imitare la tua povertà devono renderti il culto più ricco, in tutta la misura dei loro mezzi; sarebbe scandaloso che, mentre non si privano di nulla per loro stessi, fossero misurati per il tuo culto, che, ricchi per sé e i loro amici, fossero poveri solo per Te; essi, che per loro stessi sono ricchi e magnifici, devono renderti un culto ricco, splendido, grandioso… Ma questo culto magnifico, pur essendo un dovere per i ricchi, è molto meno perfetto del culto poverissimo che è un dovere per quelli che ti imitano in tutto e condividono volontariamente la tua povertà, poiché quest’ultimo è fondato sul tuo divino esempio e ha per causa una vita interamente consacrata a te nell’imitazione più fedele, cioè nel più grande amore).[2]


[1] «Ecco io vengo… per fare la tua volontà», Sal 39(40),8-9.

[2] M/265, su Lc 2,22-49, in C. de Foucauld, Cerco i miei amici tra i piccoli. Meditazioni sul Vangelo secondo Luca, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 44-46.i sul Vangelo secondo Luca, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 44-46.