Venerdì pomeriggio. Ore 15:00. In fraternità Nazareth a Treviso. Sei ragazzi e ragazze “si fiondano” nella nostra casa e compongono assieme a noi e ad alcuni giovani (con età, studi e passioni diverse) un “mosaico”: proprio come quello che sta davanti al portone del nostro palazzo.
Bambini e ragazzi vengono a fare i compiti, insieme a dei giovani; in realtà “non solo compiti”: desideriamo trovi spazio prima di tutto la “relazione”. Questa esperienza, chiamata “Mosaico in città” è nata qualche anno dal desiderio di alcune giovani di essere a servizio e di offrire, a bambini e famiglie di condizioni diverse, una possibilità uguale per tutti.
Come le tessere di un mosaico, si mescolano bisogni, doni e risorse che compongono qualcosa di inaspettato. Spesso ci chiediamo: “Chi aiuta chi?” Nello sforzo di capire come entrare in una cultura molto diversa dalla nostra, una delle giovani cerca dalla mamma psicologa strategie per aiutare una bambina a concentrarsi; ed emerge così anche il desiderio e la capacità della giovane di legarsi e dare affetto. C’è chi, finiti i compiti, trascorrerebbe ore a discutere di geopolitica di fronte al planisfero appeso nella nostra cucina, mentre gli altri, impegnati a gustare la merenda, ascoltando, si pongono domande su ciò che accade nel mondo di oggi.
Anche noi, sorprese “dall’opera d’arte che via via si compone”, ci rendiamo conto che nel mettere a disposizione la casa, l’amicizia, la merenda… godiamo di una fraternità che non può essere frutto solo del nostro impegno. I “piccoli” ci insegnano la purezza di cuore e ci restituiscono la gioia profonda della relazione, facendo emergere nei giovani la loro capacità di dono. Ĕ un’esperienza che nasce dal mettere ciascuno la sua “tessera di mosaico” con fiducia: fare il proprio passo verso gli altri; pregare insieme il proprio Dio (come abbiamo fatto venerdì 27 ottobre) per un mondo che oggi ha così tanto bisogno di pace.