XXVI domenica del Tempo Ordinario – anno A
Poiché non abbiamo il Commento di Charles de Foucauld al capitolo 21 del Vangelo di Matteo, riportiamo una Meditazione sul Salmo 24, previsto dalla liturgia di questa stessa domenica.
Come sei buono, mio Dio, di mettere tali parole nella nostra bocca! Com’è dolce questo salmo! Com’è consolante! Come ci parla della tua dolcezza, della tua misericordia, della tua bontà! Sei tu stesso, mio Dio, che ci ordini di dirti: «Ho elevato la mia anima verso di te, Signore: mio Dio, non sarò confuso, non arrossirò: i miei nemici non si scherniranno di me: perché quelli che contano su di te non sono mai confusi…» e tutto il resto è così dolce, così fiducioso… il resto di questa prima metà è consacrato 1° a chiedere delle grazie, 2° a chiedere questa misericordia sulla quale si conta talmente «a causa della tua bontà, Signore», 3° ad adorare e a lodare Dio. «Il Signore è mite e santo… Ama i miti; insegna ai miti le sue vie. Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità: misericordia e fedeltà alle sue promesse, è tutto questo che trovano in lui quelli che cercano di compiere la sua volontà»…Tutto questo salmo canta la dolcezza di Dio, la sua bontà, la sua misericordia per noi… Come sei buono, mio Dio di dirci così teneramente, di ripeterci così dolcemente che sei misericordioso e buono e che dobbiamo affidarci al tuo cuore!
Diciamo questo salmo quando siamo tristi, oppressi dalle nostre miserie, quando sentiamo arrivare lo scoraggiamento: ci dice di non contare su di noi: oh! no: siamo bugiardi come tutti gli uomini, più di tutti gli altri: sarebbe un fondamento molto rovinoso… ma di affidarci a Dio; perché lui stesso ci dice di «sollevare la nostra anima verso di lui», che «colui che si affida a lui non è affatto confuso», che «i demoni non si scherniscono di questo qui» perché «tutti quelli che hanno fiducia in lui sono al riparo dai loro scherni»: che è il nostro «Salvatore», che bisogna «contare su di lui dal mattino alla sera e ogni giorno della vita», che bisogna «pregarlo», far memoria della «sua misericordia», di questa misericordia «che prova per noi dall’inizio dei secoli», che «ci tratterà secondo la misericordia, perché è infinitamente buono», «che è dolce e santo», e che «a causa di questo conduce per mano quelli che si sbagliano di cammino, che percorrono una strada sbagliata, i perduti». È già il buon Pastore, a causa della sua dolcezza e della sua santità; «ama i miti e i giusti»; e «insegna le sue vie ai miti»; «è misericordia e verità; tutti gli uomini di buona volontà non trovano in lui che queste due cose, misericordia e compimento delle tue promesse»; «a causa del suo nome», per la sua propria gloria, per glorificarsi con degli atti di clemenza, in lui stesso; per glorificarsi in noi con la purificazione delle nostre anime, ci perdonerà… e più i nostri peccati sono grandi, più bisogna contare sul suo perdono, perché più siamo colpevoli, più c’è gloria per lui a perdonarci, più anche il suo cuore, la sua bontà si sentono attirate verso noi vedendoci in questo abisso. C’è un altro passaggio nei primi versetti di questo salmo che ce lo rende estremamente caro e ci porterà a ripeterlo ogni giorno e più volte al giorno: ci sono molti salmi che ci invitano alla fiducia e ci consolano; ma non ce n’è forse nessuno che chiede a Dio così nettamente ciò che dobbiamo chiedere ad ogni ora, ciò che è il così ardente desiderio di ogni cuore innamorato: l’imitazione di ciò che ama, la somiglianza con Gesù, camminare alla sua sequela la mano nella mano: «Signore, mostrami esattamente i tuoi sentieri… Dirigimi nella tua verità, e insegnami. » É la domanda la più netta, la più chiara dell’imitazione di Gesù… Che sia incessantemente nel nostro cuore e molto spesso sulle nostre labbra! Amen.
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)