Ventiduesima domenica del Tempo Ordinario B
Grazie, mio Dio, per tutti gli insegnamenti che ci dai qui!… E grazie perché ci dai questi insegnamenti nonostante le persecuzioni dei farisei che si indignano nel sentirTi parlare a noi in questo modo… Come sei buono a farci tanto bene, a darci così largamente tutti i mezzi di salvezza di cui abbiamo bisogno, e a darceli a prezzo di tante fatiche, pene, pericoli! Con il Tuo esempio ci insegni il coraggio di dire la verità, anche quando dispiace, anche quando ci attira contraddizioni, inimicizie, persecuzioni, pene, pericoli… Ci insegni a non attribuire nessun valore alle istituzioni umane quando esse non si accordano con gli insegnamenti divini, ma al contrario a strapparle via senza pietà e a farle sparire per lasciar crescere al loro posto quelle che Tu stesso, o mio Dio, hai piantato e le cui radici sono nel Santo Vangelo, nella Tua legge, nelle leggi della Chiesa… Strappiamo via senza timore, senza riguardo, con zelo e coraggio, tutte le istituzioni, per quanto antiche siano, per quanto siano autorizzate da un uso prolungato e dall’attaccamento che abbiamo per esse, quando esse contraddicono i Tuoi insegnamenti, o Gesù, quando mostrano, per il loro disaccordo con le Tue parole, i Tuoi esempi, le Tue leggi, i Tuoi consigli, che non sono piantate dalla Tua mano… Strappiamo via senza esitare tutto il mondano, tutta la vanità, tutto ciò che Tu non hai piantato con le Tue parole o i Tuoi esempi e facciamo ogni sforzo per far crescere, al loro posto, ciò che ha piantato la Tua mano beneamata, o Gesù, ciò che fiorisce dalle Tue parole e dalle Tue azioni… E poi non dimentichiamo mai che non sono le osservanze, le cerimonie esteriori che hanno importanza, che rendono santi, ma gli atti interiori; gli atti esteriori hanno valore solo perché aiutano a produrre, a conservare gli atti interiori, o perché ne sono i necessari effetti: «Tutta la bellezza della regina è interiore»[1], tutta la bellezza degli atti è nei sentimenti che li fanno compiere, che li accompagnano… Così attacchiamoci sempre, sempre agli atti interiori; e attacchiamoci a quelli esteriori solo nella misura in cui sono uniti agli atti interiori, sia che ne facilitino la formazione, sia che debbano necessariamente risultarne[2].
[1] Cfr. Sal 44,14.
[2] M/206, su Mc 7,1-23, in C. de Foucauld, Fammi cominciare una nuova vita. Meditazioni sui Vangeli secondo Matteo e Marco, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 199-200.