III domenica di avvento – anno A
«Quando Gesù ebbe finito di dare questi insegnamenti ai dodici apostoli, si allontanò da lì per insegnare e predicare nelle città dei Giudei. Ora, Giovanni avendo saputo in prigione dei miracoli del Cristo, gli fece dire da due dei suoi discepoli che Gli inviò: Siete voi Colui che attendiamo, o ne dobbiamo attendere un altro? Gesù rispose agli inviati: Andate e dite a Giovanni ciò che voi avete appena visto e udito: I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi ascoltano, i morti risorgono, i poveri sono evangelizzati, e beati coloro per i quali io non sono un oggetto di scandalo» (11, 1-6).
Giovanni crede, sa che Gesù è il Cristo; lo crede con tutta la sua anima, con tutto il suo cuore, con tutto il suo spirito, con tutte le sue forze, lui che l’ha salutato fin dal seno di sua madre, che l’ha mostrato come “l’Agnello di Dio”, l’ha annunciato come l’autore del vero battesimo, l’ha proclamato come l’unico vero Sposo, lui che ha visto la colomba divina, ha vissuto di Gesù durante trent’anni di adorazione silenziosa e ha aperto la bocca solo per confessarlo e gridarlo a tutti gli uomini.
Invia i suoi discepoli per confermarli nella fede in Gesù, per trasmetterli e legarli a Gesù, per distaccarli da se stesso e attaccarli a Gesù. Vicino alla morte Gli invia coloro che lo seguivano, e non contento di proclamarlo il Messia, provoca per di più questa dichiarazione dalla bocca stessa di Gesù, per aumentare ancora, negli altri, la fede in Lui…
N. Signore risponde con una citazione dai profeti: è con questa citazione, come con i suoi miracoli, che egli dimostra la sua missione divina.
Scrutiamo le Scritture, poiché N. S. le ha sulla bocca in ogni momento, poiché ce le cita come devono essere conosciute da noi, poiché ce le mostra tanto ricche in beni spirituali e che contribuiscono tanto ad affermare la fede (e attraverso ciò tutte le virtù che dipendono dalla fede, … e tutte ne dipendono). … Leggiamo, meditiamo, conosciamo, approfondiamo le Scritture, è la Parola del Beneamato: L’amore ce lo grida, l’imitazione lo esige, l’obbedienza lo ordina.
«Essendo partiti gli inviati, Gesù dice di Giovanni alla folla: Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con finezza? Coloro che si vestono con finezza sono nei palazzi dei re. Ma che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, ve lo dico, e più che un profeta. Poiché egli è colui del quale è scritto: Ecco, invio il mio angelo davanti a te, per prepararti la via. In verità ve lo dico: Nessuno, tra i figli di donna, è stato più grande di Giovanni Battista: Tuttavia, il più piccolo di coloro che sono nel regno dei cieli è al di sopra di lui» (11, 7-11). Tu lodi la fermezza, la costanza, la forza, il coraggio di San Giovanni… poi la sua povertà, la sua penitenza, la sua abiezione, la sua morte al mondo… Dichiari che è il «tuo angelo», angelo per la castità, la purezza di cuore, d’intenzione, di volontà, angelo per l’amore infiammato, serafico, angelo per il distacco da tutte le creature, angelo per la fedeltà nel compiere i tuoi ordini, le tue missioni nel dire e fare, di cui egli è incaricato da te, con l’obbedienza di ogni istante alla tua volontà?… Nessun figlio d’uomo è grande quanto lui, tra tutti coloro che sono apparsi sulla terra. Tuttavia il minore tra gli angeli, tra gli abitanti del cielo, è più grande di lui, finché dura la sua vita mortale e finché non è lui stesso salito al cielo, … poiché la visione beatifica è un tale bene da donare agli spiriti che ne gioiscono una perfezione più alta di quella stessa di Giovanni. Devozione a S. Giovanni B. … Imitazione del suo esempio
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)