XXVIII domenica del Tempo Ordinario – anno A
Poiché non abbiamo il Commento di Charles de Foucauld al capitolo 22 del Vangelo di Matteo, riportiamo una Meditazione sul Salmo 22, previsto dalla liturgia di questa stessa domenica.
Come sei buono, mio Dio, come sei tenero, come ti impegni, se oso dire, a consolarci e a fortificarci… Ecco uno dei salmi più dolci, più consolanti, più incoraggianti… Oh Spirito Santo, tu che l’hai dettato, come sei proprio lo Spirito di Gesù, questo Spirito che gli fa dire incessantemente: «Non temete… non turbatevi… vi lascio la mia pace!». Ripetiamo spesso questo salmo, che sia una delle nostre risorse nelle difficoltà, quando siamo tentati dal turbamento, dalle inquietudini. Ecco la prima metà: «Il Signore mi conduce e niente mi mancherà»… Sì, lasciamoci guidare dal Signore, andiamo dove vorrà, facciamo ciò che ci chiede, facciamo in modo che regni in noi, non mettiamo nessun ostacolo alla sua azione… Cerchiamo di lasciarsi condurre completamente da lui: ogni volta che crediamo che un’ispirazione venga da lui, seguiamola: nel dubbio rivolgiamoci al nostro direttore e facciamo ciò che ci dirà: con questa buona volontà assoluta, con questo unico desiderio di fare la volontà di Gesù e questa obbedienza al nostro direttore suo interprete, Dio ci guiderà, regnerà su di noi – e allora niente ci mancherà; poiché l’ha detto lui stesso: «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù»: questa parola non passerà, è l’eterna verità che l’ha detta: è un contratto tra Dio e gli uomini, contratto con il quale Dio s’impegna a dare a quelli che cercano di lasciarsi condurre completamente da lui tutto ciò di cui hanno bisogno… «Mi ha condotto qui in un luogo di pascolo». Sì, questo buon Pastore conosce le sue pecore ed esse lo conoscono, «Egli cammina davanti a loro, come dice lui stesso, e le conduce nei pascoli». Egli dà loro, lui, il maestro dell’universo, al quale tutto è facile, tutto ciò di cui hanno bisogno per il nutrimento dell’anima e del corpo… E glielo dona qui, nel luogo dove le ha condotte, in ogni luogo dove ha voluto che vadano… vadano dove egli le spinge, là troveranno i pascoli che ha preparato per loro, quelli che vuole per loro, quelli che destina loro… Come mi hai dato qui, a Nazareth, mio Dio questi pascoli! Quale riconoscenza ti devo! E anche quale fede ti devo! Come devo credere che ovunque me li donerai, purché vada dove vuoi, purché mi lasci condurre da te!.. «Tu mi hai dato acque rinfrescanti; hai rivolto la mia anima verso di te. Mi hai condotto sui sentieri della giustizia, per la gloria del tuo nome». Purché mi lasci condurre da te, mio Dio, tutto volgerà al bene della mia anima, tutto la unirà a te, la rivolgerà verso di te, tutto contribuirà a stabilirla nella giustizia, nel bene, a farle glorificare il tuo nome… «Anche se cammino in mezzo all’ombra della morte, non temerò alcun male, poiché tu sei con me». Anche in mezzo a persecuzioni, nemici, colpi, ferite, all’agonia, anche alla porta della morte, non temerò, poiché tu sei là Signore: sei nella barca: puoi sembrare addormentato, ma sei là, tutto ciò che mi succede, lo permetti per la tua gloria, e per il mio bene, che per tua volontà è inseparabile in questo mondo dalla tua gloria (poiché è dal bene degli uomini che vuoi trarre la tua gloria in questo mondo. «La gloria del Padre mio è che portiate molto frutto e che siate miei discepoli»…). Queste persecuzioni, questi dolori, questa agonia, questo martirio sono per il mio più grande bene, è una grazia, è il mezzo che mi offri per guadagnare il cielo, per glorificarti, per provarti il mio amore, per conformare la mia vita e la mia morte alla tua vita e alla tua morte, per imitarti, seguirti, per camminare mano nella mano con te; e tu sei là che mi sostieni durante queste lotte, e che, per quanto dolorose possano essere, mi assisti con la tua grazia e non permetti che siano un solo istante troppo pesanti per le mie forze; sei là aiutandomi, sostenendomi fino alla mia ultima ora, e ricevendo la mia anima in quest’ultima ora, pronto a stringerla eternamente al tuo cuore divino, oh mio beneamato, se essa è fedele fino alla fine; se fino alla fine, fino all’ombra della morte si lascia condurre da te, ti lascia regnare in lei… Possa essere così, per tua grazia, oh mio beneamato Signore Gesù. Amen, Amen.
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)