XVI domenica del Tempo Ordinario – anno A
Poiché non abbiamo il Commento di Charles de Foucauld al capitolo 13 del Vangelo di Matteo, riportiamo una parte della Meditazione al Salmo 85, previsto dalla liturgia di questa stessa domenica.
Come sei buono, mio Dio! Come il tuo cuore è tenero… Lo Spirito Santo, come per mostrarci questa tenerezza del vostro Cuore, enumera qui i motivi che la nostra anima deve far valere presso di te pregandoti di esaudirla. Il primo di questi motivi è la nostra miseria e la nostra povertà, poi la nostra fedeltà, la nostra speranza, la nostra perseveranza a pregare, la nostra fiducia; la soavità, la dolcezza di Dio, la sua grande misericordia verso tutti quelli che lo invocano, i suoi benefici passati. Come sei divinamente buono, mio Dio, tu che lo Spirito Santo ci dice d’invocare con fiducia per tali motivi! Benediciamo la nostra povertà, la nostra miseria spirituale, poiché esse ci sono motivo per ottenere più grazie! In verità è scritto: «Sarà dato a chi abbonda, e a colui che non ha gli sarà tolto anche quello che sembra avere» ma è a colui che non fa fruttificare il poco che ha che si toglie questo poco; colui che lo fa fruttificare del suo meglio lavorando e pregando senza cedimento, perseverando sempre malgrado il suo poco successo, sarà ricompensato non secondo il suo successo ma secondo il suo lavoro, e Gesù, invece di pagarlo un po’ alla volta in dolcezze interiori e in consolazioni, come un operaio che si paga ogni sera, lo pagherà in una sola volta, alla fine della vita o nell’altro mondo… Non ci scoraggiamo dunque mai: lavoriamo e preghiamo sempre con coraggio e perseveranza per la nostra conversione; se malgrado i nostri sforzi non vediamo progressi in noi, raddoppiamo le cure, ricordandoci che «colui che persevererà fino alla fine, costui sarà salvato», che Dio è venuto a cercare «i malati e non i sani», che il buon pastore lascia alcune pecore nell’ovile per cercare quella che è fuggita, infine che la prima ragione che lo Spirito Santo ci dice d’invocare, perché ci soccorra, è la nostra povertà. Più siamo poveri, più questo buon Padre è portato a donarci, più siamo perduti, più questo buon pastore è portato a cercarci, più la nostra anima è ammalata, più il divino medico è portato a guarirla, più siamo in pericolo di morte eterna, più questa tenera Madre si piega su di noi nel desiderio di salvarci… Ma abbiamo buona volontà, domandiamo e facciamo sforzi con perseveranza e fiducia.
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)