Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 23 marzo – Lc 13,1-9

III domenica di Quaresima C

Parabola del fico che verrà tagliato, se malgrado le cure, il tempo, la pazienza con la quale lo si attende, persiste a essere sterile.

Come sei buono, mio Dio, a ripeterci tante e tante volte, sotto tante e tante forme, che il tempo che ci è dato per produrre dei buoni frutti è breve («la gloria del padre mio è che diveniate miei discepoli e che portiate frutto»[1]), che non sappiamo né il giorno né l’ora fino a quando il divino giardiniere pazienterà, in cui il Padre di famiglia rientrerà, in cui il giudice ci farà rendere conto; che dobbiamo produrre molti frutti, noi ai quali è stato molto donato, che conosciamo la volontà del Maestro, che abbiamo inteso e compreso la sua voce… Come sei buono a chiamarci al tuo amore con tanti mezzi e con questo timore salutare che continui a cercare di ispirarci!

Da quanto tempo Dio pazienta!… Da quanto tempo coltiva la nostra anima senza che essa porti frutto! Affrettiamoci, affrettiamoci a restituire quello che ci ha dato, a fare quello che ci ha insegnato, a mettere in pratica la sua volontà che ci ha fatto conoscere… Affrettiamoci, affrettiamoci a portare questi frutti di virtù, questi frutti di vita evangelica, questi frutti di fedeltà, questi frutti di puro amore per i quali Dio coltiva da così tanto tempo, così inutilmente, la nostra anima![2]


[1] Cfr. Gv 15,8.

[2] M/368, su Lc 13,1-9, in C. de Foucauld, Cerco i miei amici tra i piccoli. Meditazioni sul Vangelo secondo Luca, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 206-207.