XXX Domenica del Tempo Ordinario – anno C
«Chi si innalza sarà umiliato, e chi si umilia sarà innalzato»
Come sei buono, mio Dio! Come sei buono a premunirci contro i pericoli che ci minacciano, contro questo pericolo di una preghiera, di un’azione di grazie orgogliosa e senza carità! Come sei buono a mostrarci ad una ad una le qualità che deve avere questo atto così importante della preghiera, «la nostra conversazione con te», e a far comprendere chiaramente ciascuna di esse con una parabola. Ci hai appena mostrato successivamente alla fede, la costanza che deve avere la preghiera; ora ci mostri l’umiltà dalla quale deve essere riempita. Come sei buono a insegnare così ai tuoi poveri figli tutto quello di cui hanno bisogno. Umiliamoci! Umiliamoci nella preghiera, sempre. Quando dobbiamo umiliarci di più se non quando siamo soli con Dio, noi così sporchi, così peccatori, così ingrati, così mancanti, lui così grande e così santo! Umiliamoci in tutto. In pensieri, in parole, in azioni; abbiamo dei bassi sentimenti verso di noi, non lasciamo il nostro spirito divagare in vane e orgogliose chimere, manteniamolo in quell’umiltà che è la verità. Le nostre parole, il nostro tono, il nostro amore del silenzio, siano riempiti di umiltà. Tutti i nostri atti, il nostro comportamento, i nostri gusti, il nostro modo di vivere, gli oggetti materiali in nostro uso, il nostro modo di agire, la scelta delle nostre relazioni, il nostro amore dell’abiezione siano conformi alla più profonda umiltà.
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)