XXXI Domenica del Tempo Ordinario – anno C
«Il figlio dell’Uomo è venuto a cercare e a salvare chi era perito», dici, mio Dio, dopo la conversione di Zaccheo…»
Come sei buono, mio Dio, a cercare l’umanità intera che è perita, ad aver cercato, sia i Giudei, che perivano quasi tutti nel fariseismo o nel sadduceismo, sia i gentili che perivano nell’ignoranza totale delle prime verità. Come sei buono a cercare ad ogni ora ogni uomo che perirebbe senza il soccorso della tua grazia, come cesserebbe di esistere, senza il sostegno della tua volontà. Come sei buono a cercare con una misericordia tutta particolare certe anime cadute, smarrite, sporche, Maddalena, Zaccheo, Paolo, Agostino, e questo essere indegno che ti parla e che ha, con questi grandi santi, in comune, di aver peccato e di essere stato convertito dalla tua divina bontà senza avere ahimé! in comune con loro, la loro fedeltà e il loro fervore dopo la loro conversione… Come sei divinamente buono!
Sull’esempio di Nostro Signore, corriamo dietro alle pecore perdute, sempre con le nostre preghiere, con tutti i mezzi che mette a nostra disposizione, quando ce ne dà i mezzi… Non facciamo come i pastori che curano amorevolmente le pecore sane e trascurano le pecore malate. Tutte sono membra di Gesù, tutte hanno diritto allo stesso religioso amore; ma le malate hanno diritto a cure maggiori, perché hanno più bisogno, hanno diritto che ci si occupi di loro per prime, perché questo preme di più. Non trascuriamo dunque i peccatori per i santi, né i poveri per i ricchi, né i miseri per i felici; curiamo le membra ferite di Gesù prima di profumare le sue membra sane, pur amando ugualmente le une e le altre. «Sono venuto a cercare e salvare ciò che era perduto… Sono venuto non per i giusti, ma per i peccatori».
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)