VI domenica di Pasqua
«Vi ho detto questo affinché la mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia perfetta. Il mio precetto, è che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati: il più grande amore, è donare la propria vita per chi si ama».
«Vi dico questo perché la mia gioia sia in voi (con lo stabilirsi in voi dell’amore per Dio, il quale fa tutta la mia gioia) e la vostra gioia sia perfetta (come la mia, a causa del vostro amore per Dio, amore nel quale soltanto consiste la felicità in questa vita e nell’altra… «Se non si amasse Dio, non si sarebbe felici neppure in cielo» – san Giovanni della Croce). Il mio precetto, (questo precetto al quale vi ho detto di obbedire: l’amore, vi ho detto, quando si rivolge a Dio, consiste nell’obbedirgli; non che l’obbedienza in sé comprenda tutto l’amore; l’amore comprende l’obbedienza, ma l’obbedienza non comprende tutto l’amore in sé e necessariamente; ma quando l’obbedienza si rivolge a Dio, comprende l’amore perfetto di Dio, poiché Dio, essendo infinitamente perfetto, ci ordina necessariamente ciò che è giusto e niente è più giusto se non amarlo; e infatti vediamo che il «primo comandamento» è di amarlo… Qui ci dai un secondo precetto: ci hai dato il primo poiché in tutto il Vangelo, e in quest’ora stessa, non fai altra cosa se non portarci ad amarti con le tue parole e i tuoi esempi… Ma qui ci dai un secondo precetto, un precetto particolare, «il tuo» precetto. Amare Dio, era già il primo precetto dell’antica legge, dei patriarchi, questo resta eternamente il primo precetto degli uomini e degli angeli… Qui ci dai «un nuovo» precetto, «il tuo» precetto, il precetto caratteristico della legge nuova, del Nuovo Testamento: «È da questo che si riconoscerà che siete miei discepoli», lo stabilisci solennemente nello stesso tempo in cui stabilisci solennemente il Nuovo Testamento distribuendo agli apostoli il «calice del nuovo Testamento, della nuova alleanza nel tuo sangue»… Questo precetto particolare, questo secondo precetto, nella cui obbedienza consiste l’amore di Dio che è e resta il primo precetto, è l’amore del prossimo), è che vi amiate gli uni gli altri (amore del prossimo), come io vi ho amati (fino a donare la vostra vita per la salvezza dell’anima o del corpo di ogni uomo; e facendo per il bene di ogni uomo tutte le opere richieste dal più grande amore; perché è così che ho amato tutti gli uomini, poiché dopo aver fatto loro nella mia vita tutto il bene possibile, sto per morire addirittura per ciascuno di loro, dando loro così la prova suprema che li amo con il più grande amore; poiché) il più grande amore, è dare la propria vita per chi si ama».
Come sei buono, mio Dio, ciascuna delle tue parole è una fiamma, ciascuna è bruciante d’amore: più si avvicinano i tuoi ultimi momenti, più le tue parole sono infiammate… «Ci dici questo», ci getti nell’amore di Dio, «affinché la tua gioia sia in noi», affinché l’amore per Dio che fa la gioia del tuo cuore sia in noi, «e la vostra gioia sia perfetta», e l’amore per Dio produca nella nostra anima come in quella di Gesù una gioia perfetta. «Il mio precetto, è che vi amiate gli uni gli altri; tu ami tanto tutti gli uomini che dopo l’amore per Dio, non ordini niente di più se non di amare tutti gli uomini. Questo amore degli uomini fa parte dell’amore di Dio, ne è la conseguenza, l’effetto, vi è compreso; e tuttavia per meglio metterlo in evidenza, fai di esso una menzione particolare, lo ordini in modo speciale; non solo lo ordini, ma ne fai il carattere speciale che deve distinguere i tuoi discepoli… Come sei buono, mio Dio, ad amarci tutti a tal punto, da dare come segno distintivo che ti apparteniamo l’amore che si ha per noi! Come sei buono, ad amarci tutti a tal punto che la tua ultima volontà, il tuo testamento supremo, la tua ultima raccomandazione ai tuoi discepoli, è di amarci tutti come ci hai amato tu stesso, cioè fino a dare la loro vita per ciascuno di noi!… Come sei buono, mio Dio, ad amarci «con il più grande amore» e a dichiararci che ci ami «con il più grande amore» dicendo formalmente: «Non c’è amore più grande che morire per chi si ama!»… Come sei buono infine, mio Dio, non solo ad essere pronto a morire per noi, ma a morire effettivamente per ciascuno di noi, come stai per fare tra qualche ora, amandoci così, come tu stesso dici, guardando al futuro così ravvicinato della tua Passione, «con il più grande amore»… O sacro Cuore di Gesù, come ci ami! Abbi pietà di noi e fa’ che non siamo ingrati davanti ad un tale amore, ma che ti rendiamo amore per amore, per quanto può una creatura umana!… Oh! mio Dio, a che punto ti sforzi in questi ultimi momenti della tua vita mortale, di raggiungere lo scopo di tutte le tue parole, di tutti i tuoi esempi, di compiere il tuo solo desiderio, questo scopo, questo desiderio, che è di accendere nei nostri cuori questo fuoco dell’amore di Dio che «sei venuto a portare sulla terra»… Come ci spingi all’amore divino sia con la soavità ineffabile delle tue parole, sia ricordandoci che l’amore per Dio è la sorgente di ogni gioia in questa vita e nell’altra; sia ordinandoci di amarci reciprocamente (la carità per gli uomini non soltanto è il risultato, l’effetto, la figlia dell’amore di Dio, poiché non si deve averla se non in vista di Dio; ma è addirittura la causa, la madre, l’aumentatrice dell’amore di Dio, facendolo crescere e progredire nei nostri cuori: infatti, non abbiamo se non un cuore che è o caldo, o tiepido, o freddo: se è caldo per Dio, lo è per gli uomini; se è tiepido, freddo per Dio, è tiepido, freddo per gli uomini; e reciprocamente, ciò che il nostro cuore è per gli uomini, lo è necessariamente per Dio; se è freddo, è freddo per tutti; se è caldo, è caldo per tutti; da ciò segue che più amiamo Dio, più amiamo gli uomini, più amiamo gli uomini, più amiamo Dio; il nostro cuore, riscaldandosi per un oggetto, si scalda anche per tutti gli altri; raffreddandosi per un oggetto, si raffredda per tutti gli altri. Quindi ogni aumento dell’amore del prossimo nei nostri cuori produce un aumento identicamente uguale di amore di Dio… Così, raccomandandoci tanto l’amore del prossimo, Nostro Signore ci porta all’amore di Dio esattamente quanto all’amore degli uomini… Com’è ineffabilmente buono a spingerci così con tanti mezzi, da tante parti, al suo amore!); sia dichiarandoci che ci ami, e che ci ami con il più grande amore, al punto di dare la tua vita per ciascuno di noi!Amiamo Dio… Per questo obbediamogli, imitiamolo, contempliamolo, e anche amiamo tutti gli uomini: ogni aumento di amore del prossimo che si farà nel nostro cuore produrrà necessariamente allo stesso tempo un aumento identicamente uguale di amore per Dio… Amiamo tutti gli uomini per obbedire a Dio: «Il mio precetto, è che vi amiate gli uni gli altri»; per imitare Dio: «Che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati»; per giungere ad amare Dio, poiché ogni aumento nei nostri cuori dell’amore degli uomini vi produce un aumento esattamente uguale d’amore di Dio; per mille cause che derivano tutte dal nostro amore per Dio, per esempio: perché tutti gli uomini sono le creature di Dio, le immagini di Dio, i figli cari di Dio, perché tutti sono chiamati a godere in cielo della vista di Dio, perché tutti sono stati riscattati al prezzo del sangue di Gesù, sono chiamati a ricevere nella santa comunione Gesù, sono membra di Gesù, porzioni come materia prossima o remota del corpo di Gesù, perché tutto ciò che facciamo loro, Gesù lo riceve come fatto a lui stesso (Mt 25)… Amiamo tutti gli uomini come Gesù li ha amati, fino a dare la nostra vita per la salvezza delle loro anime o dei loro corpi… Amiamo soprattutto Gesù stesso con il più grande amore, con questo amore che consiste nel versare il sangue per l’essere amato; siamo pronti a versarlo per lui, noi che dobbiamo esserlo a versarlo per ogni uomo; desideriamo, chiediamo di versarlo per Gesù; facciamo ciò che è in noi e ciò che ci permette la volontà divina per avere la felicità di dare questa prova del «più grande amore» al nostro Beneamato Gesù[1]!
[1] M/493, su Gv 15,11-13, in C. de Foucauld, L’imitation du Bien-Aimé, Méditations sur les Saints Évangiles (2), Nouvelle Cité, Montrouge 1997, 231-235; tr. it., “Stabilirci nell’amore di Dio…”. Meditazioni sul vangelo di Giovanni, ed. A. Fraccaro, Glossa, Milano 2009, 215-225.