2 novembre – anno A
«Chiunque crede nel Figlio abbia la vita eterna».
Come sei buono, mio Dio! Ci dai ancora uno di questi principi generali adatti a dirigere tutta la nostra vita, e adatti a condurci verso questo scopo di tutte le tue parole e di tutti i tuoi esempi, verso questo fuoco che vuoi accendere in noi, verso questo amore di Dio che vuoi stabilire in noi… «Credete, dici, e questo basta!». Credete con lo spirito e con le opere… Ascoltate la Chiesa, fate quello che vi dice, è lì la fede… Credere nel profondo dell’anima all’insegnamento divino, senza farlo, sarebbe non onorare Dio, ma insultarlo, non obbedire, ma disobbedire. Più la fede interiore fosse viva, se l’obbedienza esteriore non vi fosse conforme, più l’ingiuria fatta a Dio sarebbe grave; sarebbe dire: sì, credo, credo fermamente, credo con una fermezza assoluta che vuoi questo, ma non lo faccio affatto… La fede si riconduce dunque all’obbedienza, all’obbedienza che per sua natura è indissolubilmente legata all’amore, all’obbedienza della quale Nostro Signore ha detto: «Chi obbedisce alle mie parole, questi mi ama». Ascoltiamo, crediamo negli insegnamenti della Chiesa, di Dio, di coloro ai quali Dio ha detto: «Chi ascolta voi, ascolta me». Crediamo a tutto ciò che Dio ci dice con i diversi mezzi di cui si serve per istruirci… E obbediamo alla sua volontà una volta che la conosciamo… Quale più grande felicità per il cuore che ama, se non conoscere la volontà di colui che egli ama! Quale più grande felicità se non farla!… Con quale cura dobbiamo sempre sforzarci di conoscere la volontà del Beneamato e farla una volta che la sappiamo!
(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)